Recensione
di Sidecar di Amy Lane
Il
17 Novembre edito della Dreamspinner
Press Italia
è uscito il romanzo Sidecar
di Amy
Lane, una
storia struggente, ambientata a 28 anni fa, parliamo del 1987, un
epoca in cui facevano scalpore le malattie meglio conosciute come
l'AIDS e malattie veneree, dove un infermiere maschio veniva
etichettato come gay anche se non lo era, dove essere gay era
sinonimo di malato, dove un adozione per due maschi di bambini non
era presa in considerazione neanche di striscio, dov'è molte cose
sembrano riportarti al 2015 e dire poco è cambiato, ma qualcosa lo
è, e forse proprio grazie a chi negli anni ha lottato se adesso
uomini possono farlo, dove si veniva e si viene ancora etichettati ma
che ora forse può far meno male perché si è più accettati.
Ho letto
Sidecar in un pomeriggio uggioso, con una cioccolata tra le
mani e mi sono innamorata. Ho amato la dolcezza mista a paura e alla
strafottenza di Casey, ho apprezzato Joe, un angelo, non solo per
Casey ma anche per altri ragazzi scappati di casa o cacciati, nel
corso degli anni; ho amato la lotta di Casey, la sua caparbietà nel
non arrendersi, nel continuare ad amare Joe a discapito di tutto e ho
adorato Joe nel suo tirarsi indietro fino alla fine, per poi
arrendersi e lasciarsi amare.
"-Sai
ho vissuto da solo in quella casa per quasi un anno prima che
arrivassi tu. Ci ho portato alcune donne, e alcuni uomini, ho dato
feste di quando in quando, stavo bene. Stavo. Amavo il silenzio e gli
alberi e la sensazione di essere solo... Mi piaceva stare solo..
-Ma
non più?
-Te
ne sei andato, te ne sei andato e ho pensato che in casa potevo
sentire il battito del mio cuore.. se non era per i cani, avrei
potuto sentirlo riecheggiare nella valle.. Mi sei mancato, mi sei
mancato cosi tanto che era come se non potessi respirare.."
Ho
pianto quando Joe ha presentato a Casey e al suo ragazzo Dev, Debbie
una ragazza solare, ma in fin di vita per una malattia subdola come
l'AIDS, la forza di Joe nel far capire ai due ragazzi di dover
ascoltare e capire che la vita come l'amore va vissuta, ma non solo
con le parti basse ma anche con la testa, un pensiero che ancora nel
2015 molto importante perché ancora adesso la malattia, fa ancora
tanta paura..
"-Non
sono grande abbastanza per questo! Non sono grande abbastanza da
finire qui. Non sono grande abbastanza da fare il test per l'AIDS,
non sono, non sono...
-Col
cavolo che non lo sei!!! Sei grande abbastanza da fare sesso, sei
grande abbastanza da pensare a queste cose.... Se non riesci a
guardarti allo specchio e dire: 'Stasera me la spasserò e ho bisogno
di quei cazzo di condom', non sei grande abbstanza da farlo!"
Un libro
che racchiude tutta una vita insieme, dove la scrittrice Amy Lane
come suo solito ti incatena, e ti fa restare senza fiato per le
emozioni che riesce a trasmetterti, i suoi romanzi hanno quel tocco
di classe che è dato dall'inserire la realtà dei tempi.
Il
libro è scritto dal punto di vista sia di Casey che di Joe, e quindi
vengono narrati i sentimenti di entrambi, dal 2011 ritorniamo agli
inizi 1987, per poi tornare al loro presente, vediamo le lotta, la
crescita, la storia, e veniamo accompagnati in questa storia da
titoli di canzoni che in quegli anni hanno fatto la storia, pur
essendo un libro di fantasia è pieno di realtà, saranno anche
personaggi inventati ma sembrano reali, sono uomini che con dolcezza
e caparbietà hanno creato è scritto una storia reale, è per merito
di uomini come Casey e Joe se adesso altri uomini possono camminare a
testa alta e richiedere di poter adottare, di poter dire questo è
nostro figlio, come come loro hanno lottato per il loro Levi.
Consiglio
questo libro per tutte le persone che hanno speranza, e per chi non
l'ha, leggete Sidecar, riuscirà a darvi una forza incredibile..
"-Ho
dovuto modificare la Harley.
-Ma
perchè?
-Perchè
un uomo non deve affrontare la vita da solo, e tu sei troppo grande
per viaggiare sempre sul sedile passeggero.
-Sai
che a volte viaggerò lo stesso sul sedile passeggero,vero?
-Non
ti avrei voluto in nessun altro modo."
Alla
Prossima
Rita
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