martedì 24 novembre 2015

Recensione di Sidecar di Amy Lane

Recensione di Sidecar di Amy Lane


Il 17 Novembre edito della Dreamspinner Press Italia è uscito il romanzo Sidecar di Amy Lane, una storia struggente, ambientata a 28 anni fa, parliamo del 1987, un epoca in cui facevano scalpore le malattie meglio conosciute come l'AIDS e malattie veneree, dove un infermiere maschio veniva etichettato come gay anche se non lo era, dove essere gay era sinonimo di malato, dove un adozione per due maschi di bambini non era presa in considerazione neanche di striscio, dov'è molte cose sembrano riportarti al 2015 e dire poco è cambiato, ma qualcosa lo è, e forse proprio grazie a chi negli anni ha lottato se adesso uomini possono farlo, dove si veniva e si viene ancora etichettati ma che ora forse può far meno male perché si è più accettati.
Ho letto Sidecar in un pomeriggio uggioso, con una cioccolata tra le mani e mi sono innamorata. Ho amato la dolcezza mista a paura e alla strafottenza di Casey, ho apprezzato Joe, un angelo, non solo per Casey ma anche per altri ragazzi scappati di casa o cacciati, nel corso degli anni; ho amato la lotta di Casey, la sua caparbietà nel non arrendersi, nel continuare ad amare Joe a discapito di tutto e ho adorato Joe nel suo tirarsi indietro fino alla fine, per poi arrendersi e lasciarsi amare.


"-Sai ho vissuto da solo in quella casa per quasi un anno prima che arrivassi tu. Ci ho portato alcune donne, e alcuni uomini, ho dato feste di quando in quando, stavo bene. Stavo. Amavo il silenzio e gli alberi e la sensazione di essere solo... Mi piaceva stare solo..
-Ma non più?
-Te ne sei andato, te ne sei andato e ho pensato che in casa potevo sentire il battito del mio cuore.. se non era per i cani, avrei potuto sentirlo riecheggiare nella valle.. Mi sei mancato, mi sei mancato cosi tanto che era come se non potessi respirare.."


Ho pianto quando Joe ha presentato a Casey e al suo ragazzo Dev, Debbie una ragazza solare, ma in fin di vita per una malattia subdola come l'AIDS, la forza di Joe nel far capire ai due ragazzi di dover ascoltare e capire che la vita come l'amore va vissuta, ma non solo con le parti basse ma anche con la testa, un pensiero che ancora nel 2015 molto importante perché ancora adesso la malattia, fa ancora tanta paura..


"-Non sono grande abbastanza per questo! Non sono grande abbastanza da finire qui. Non sono grande abbastanza da fare il test per l'AIDS, non sono, non sono...
-Col cavolo che non lo sei!!! Sei grande abbastanza da fare sesso, sei grande abbastanza da pensare a queste cose.... Se non riesci a guardarti allo specchio e dire: 'Stasera me la spasserò e ho bisogno di quei cazzo di condom', non sei grande abbstanza da farlo!"


Un libro che racchiude tutta una vita insieme, dove la scrittrice Amy Lane come suo solito ti incatena, e ti fa restare senza fiato per le emozioni che riesce a trasmetterti, i suoi romanzi hanno quel tocco di classe che è dato dall'inserire la realtà dei tempi.
Il libro è scritto dal punto di vista sia di Casey che di Joe, e quindi vengono narrati i sentimenti di entrambi, dal 2011 ritorniamo agli inizi 1987, per poi tornare al loro presente, vediamo le lotta, la crescita, la storia, e veniamo accompagnati in questa storia da titoli di canzoni che in quegli anni hanno fatto la storia, pur essendo un libro di fantasia è pieno di realtà, saranno anche personaggi inventati ma sembrano reali, sono uomini che con dolcezza e caparbietà hanno creato è scritto una storia reale, è per merito di uomini come Casey e Joe se adesso altri uomini possono camminare a testa alta e richiedere di poter adottare, di poter dire questo è nostro figlio, come come loro hanno lottato per il loro Levi.
Consiglio questo libro per tutte le persone che hanno speranza, e per chi non l'ha, leggete Sidecar, riuscirà a darvi una forza incredibile..
"-Ho dovuto modificare la Harley.
-Ma perchè?
-Perchè un uomo non deve affrontare la vita da solo, e tu sei troppo grande per viaggiare sempre sul sedile passeggero.
-Sai che a volte viaggerò lo stesso sul sedile passeggero,vero?
-Non ti avrei voluto in nessun altro modo."



Alla Prossima
Rita

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